giovedì 5 giugno 2008

Musica e altro

Oggi, calda giornata uggiosa, avverto l'urgenza di rallentare, di non farmi sommergere dall'ingranaggio che ti vuole efficiente, scattante, conciliante, pronto a dare risposte, a farti carico, a risolvere. In una parola, multiforme e dissociato.

Provo allora a rallentare con la musica. Cammino e con il magico iPod ascolto i nuovi gruppi islandesi: su tutti i Seabear e i brani, tutti stupefacenti, di "The ghost that carried us away".

Funziona. Avverto una consistenza sotto i miei piedi, mi sorprendo a pensare di accarezzare il suolo che mi ospita. Già, io sono un ospite e come ogni ospite devo essere cortese, disponibile.

Semplice no? E allora mi torna in mente la camminata consapevole di Thicht Nath Han, monaco buddista. Un pò troppo semplice e facile.
Certo quando le cose girano e hai solo bisogno di rallentare, chissà perchè la spiritualità orientale funziona, ti entra dentro senza problemi. Non sarà che, nella mentalità europea e occidentale, questa è una pratica di vita per chi sta bene? Attori, musicisti, gente ricca sta lì a testimoniare questo.

Ma penso anche a Chandra Candiani, ai suoi penetranti e laceranti scritti sulla pratica del dharma, alle sue poesie. Penso, cammino, mentre la musica fluisce liquida.

Penso alle possibilità che mi ha aperto internet nello scoprire la musica islandese: Seabear, Mum, The Album Leaf. Penso alla musica che ascoltavo da giovane e che adesso ho ritrovata nella sua fascinazione, all'ascolto ancora più coinvolgente: Popol Vuh, Terry Riley, Third Ear Band.
Penso: ma perchè li avevo scelti a 20 anni e perchè adesso che ne ho 52 mi emozionano ancora, li sto ricercando? Sto tornando sui miei passi, sto capendo il mio passato, il nocciolo che ha poi prodotto la ghianda?

Sì, proprio musica e altro. A proposito: il prossimo post sarà sugli HAIKU. L'ho promesso a chi mi ha aperto il suo cuore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io aspetto :)