Disillusi nei confronti della politica e della società. Non le beviamo più e pronunciamo le parole con sospetto. Ma crediamo ancora nel futuro, abbiamo speranza nel futuro se alla domanda "Cosa serve all'Italia?" rispondiamo, nell'ordine, "più giovani al posto di comando" (40,8%), "migliorare la scuola e l'università" (31,3%) e "più autorità e decisione da parte di chi comanda" (29,2%).
A seguire riteniamo che all'Italia serva:
- più solidarietà sociale,
- più disponibilità a fare sacrifici per il bene comune,
- più ottimismo e fuducia in se stessi,
- più attenzione alla tecnologia e alla innovazione
E' questa la fotografia che emerge dal sondaggio Demos-Eurisko, i cui dati sono pubblicati oggi da "La Repubblica".
Strano come non venga elencato un valore e uno strumento come quello della partecipazione. Partecipazione alle scelte politiche che ci riguardano come cittadini, partecipazione alla costruzione del bene comune, partecipazione come crescità del senso civico.
Non è certo un caso che gli intervistati ritengano se stessi "arrabbiati" e gli altri "opportunisti" e che ci si senta "disillusi".
Ma la rabbia, la disillusione senza la "partecipazione" rischiano di produrre opportunismo, mancanza di senso civico, di disponibilità a concorrere al bene comune, arte in cui siamo saldamente maestri.
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