lunedì 14 gennaio 2008

Vergogna e preghiera

In un libro bellissimo e densissimo "Politica della bellezza", uno di quei libri che ti aprono nuove prospettive di pensiero e paradigmi di vita, James Hillman parla del "brutto e dell'enorme" che caratterizza le nostre città e condiziona la nostra vita quotidiana.

Pensiamoci un attimo: parliamo e discutiamo di superstrade, di treni ad alta velocità, di supercalcolatori, di surriscaldamento globale; frequentiamo super e ipermercati, abitiamo o lavoriamo in grattaceli, in grandi costruzioni.

Tutto questo (e altro beninteso) spiega Hillman crea "un ottundimento psichico che è il nostro attuale malessere, una anestesia della nostra sensibilità".

Tra i fattori per la cura dell'enormità e del brutto (ne riparleremo) Hillman indica anche la VERGOGNA. La vergogna che ci fa arrossire è un "vero e proprio afflusso divino, è l'emozione dell'ecologia".

E al riguardo cita questo bellissimo canto Navaho che, ogni giorno, dovremmo recitare come una preghiera, come un salvacondotto.


Mi vergogno di fronte alla terra;
mi vergogno di fronte ai cieli;
mi vergogno di fronte all'alba;
mi vergogno di fronte al crepuscolo;
mi vergogno di fronte al cielo azzurro;
mi vergogno di fronte alle tenebre;
mi vergogno di fronte al sole.

Una di queste cose mi sta sempre guardando.
Non sono mai al di fuori del loro
sguardo.

1 commento:

Stefania ha detto...

Buonasera dott. Cantella!! Sono passata a salutarla. Adesso sono un po' presa col trasloco, ma appena mi sarò sistemata leggerò con calma il suo blog :)